Sul campo «Principe di Piemonte» di Triggiano, un bambino dagli occhi color cielo pieni di sogni ha ricevuto nei giorni scorsi un premio che ha il peso dell’infinito. Gabriele Mele ha sette anni, un sorriso illuminante e una passione smisurata per il calcio. Per lui il pallone non è solo un gioco, ma il linguaggio universale con cui comunica al mondo la sua voglia di vivere, di correre e di giocare, mettendo in fuorigioco certi aggettivi che spesso ha sentito pronunciare dai suoi coetanei sin dai tempi della scuola materna. Oggi Gabriele frequenta la seconda elementare a Triggiano, un paese alle porte di Bari dove vive, e conduce finalmente quella vita che tutti i bambini vorrebbero avere, fatta di affetti, amicizie, libri, divertimento e tanto sport tra cui anche il nuoto.
Gioca a pallone con la squadra «Primi Calci» dell’Arcobaleno Triggiano, e fra tutti i suoi compagni di squadra lui è uno dei più piccoli. Non solo per età, ma proprio per un discorso di centimetri. Questa caratteristica ha fatto sì che qualche bambino, a scuola, lo guardasse già qualche anno fa con occhi curiosi. «Sei piccolino», gli dicevano. Lui non capiva, ma si sentiva diverso, e quella diversità lo ha reso un po’ introverso. Poi, un giorno, ha scoperto che il campo da calcio ha una regola tutta sua: davanti a un pallone, non esistono misure, non esistono distanze. Esistono solo sogni da accarezzare e da rincorrere.
E il suo sogno è a tinte nerazzurre. L’Inter è la sua squadra del cuore, Lautaro Martínez il suo idolo. Quando a dicembre, nel giorno del suo settimo compleanno, mamma Rosa e papà Vincenzo gli hanno messo tra le mani il biglietto per Lecce-Inter, lui quasi non ci ha creduto. Lo ha stretto forte tra le mani, come si stringe qualcosa che non si vuole perdere mai. Il 26 gennaio diventa una data scolpita nel cuore: il viaggio fino al «Via del Mare», la folla che canta, l’Inter che vince, Lautaro che segna. Gabriele c’è. È lì. Sta vivendo quello che ha sempre sognato. Torna a casa con il cuore che batte a mille, gli occhi pieni di gioia e la conferma che i sogni, quando ci credi davvero, sanno sempre dove trovarti.
Il suo viaggio, però, non si è fermato a Lecce. C’era ancora qualcosa di speciale che lo attendeva. Approfittando della Giornata Mondiale contro il Bullismo e il Cyberbullismo in programma oggi, la LND Puglia, su iniziativa del Responsabile dell’Area Sociale Giuseppe Gialluisi, ha voluto raccontare una storia diversa. Una storia di forza, di coraggio, di riscatto. Lo ha fatto in occasione di un raduno della Rappresentativa Femminile di Calcio a 11, pronta a difendere i colori della Puglia nel Torneo delle Regioni che avrà luogo ad aprile in Sicilia. E così, in questo giorno simbolico, Gabriele è stato chiamato al centro del campo. Con lui, mamma Rosa e papà Vincenzo. Una famiglia che non ha mai smesso di stargli vicino.
Davanti allo staff tecnico e dirigenziale del Comitato Regionale, il Presidente Vito Tisci ha consegnato a Gabriele un premio dal valore simbolico inestimabile. È il riconoscimento a un bambino speciale, non perché sia diverso, ma perché ha saputo insegnare a tutti che la diversità è solo un’altra forma di bellezza. «Gabriele è la dimostrazione che il calcio è di tutti e per tutti. Ognuno di noi è speciale a modo suo – sottolinea il Presidente Vito Tisci – e oggi vogliamo ribadire che le differenze non sono un limite, ma un valore aggiunto. Il calcio deve essere un luogo di inclusione, dove nessuno deve sentirsi escluso. Gabriele è un grande esempio per tutti noi».
Accompagnato dagli applausi di tutti i presenti, Gabriele sorrideva e guardava il pallone che rotolava poco più in là come un bambino guarda un gelato sotto il sole d’estate. Poi lo ha raggiunto con uno scatto, calciandolo forte e rincorrendolo per tutto il perimetro del campo comunale. Perché nello sport, come nella vita, non conta quanto sei alto, ma quanto riesci ad andare lontano. E Gabriele questo l’ha capito bene: il suo viaggio è appena iniziato.